Alla mia finestra non sventola la bandiera della pace. Ammetto, in un primo momento ero stato tentato: tanto esporre una bandiera non costa niente. Ma poi ho pensato che la mia bandiera potesse essere vista da un cittadino Del Sudan, o del Congo, Della Sierra Leone, di Israele, della Columbia, o di uno qualunque dei trenta stati coinvolti in guerre spesso sanguinose, con milioni di morti. E che questo cittadino mi avesse chiesto: Perché esponi la bandiera contro la guerra in Iraq, e non l'hai esposta quando è scoppiata la guerra nella mia patria? Forse che il nostro sangue valga di meno? La partecipazione ad una marcia avrei magari potuto giustificarla: potevo sempre dire che non ho marciato per le altre guerre perché nessuno ha organizzato delle marce. Certo, per il cittadino di uno stato in guerra non sarebbe consolante apprendere che per la sua nazione nessuno ha organizzato marce, ma avrei sempre potuto dire, gonfiando il petto d'orgoglio: gli altri no, ma io SI. Ma dire che non sono mai riuscito a procurarmi una bandiera non mi pare plausibile. Perciò dovrei confessare al cittadino di quella nazione che della sua guerra non mi sono curato. Perché non ho neanche appreso la notizia quando è scoppiata, perché non fanno vedere le immagini in televisione, perché so che quella guerra non farà aumentare il prezzo del petrolio, che non coinvolgerà l'Italia, che non ci sarebbero ripercussioni terroristiche, che ... Avrei dovuto confessare che di quella guerra non mi sono curato perché sono egoista, che dei morti in lontane terre me ne frego, che divento pacifista solo perché è di moda esserlo. Perciò la bandiera della pace non sventola alla mia finestra. Ma invisibile, fatta solo di sogno e di preghiera, sventola, alta e grandiosa, una bandiera di pace per tutte le guerre dimenticate, per tutti i morti dimenticati, per tutti coloro per i quali nessuno ha mai esposto uno straccio. Per loro nel sole sventola la mia bandiera. |
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