Bengasi, almeno 11 morti
In un sonnacchioso venerdì sera casalingo la visione della replica de "L'ispettore Barnaby" viene interrotta da un'edizione straordinaria del tg La7. Un Antonello Piroso calmo e professionale come al solito informa, con addosso una giacchetta di pelle e scravattato, dell'assedio al Consolato italiano a Bengasi, Libia. Non si sa ancora il bilancio dei morti, oscilla tra i 9 e i 30 morti. 55, finora, i feriti gravi. A quanto pare questa volta la terribile offesa consisterebbe nella maglietta mostrata dal ministro Calderoli. Ebbene, si può non concordare sulle posizioni del ministro in questo o in altri casi ma qui sembra di scorgere un tentativo (sarebbe l'ennesimo) di distrarre l'opinione pubblica, di giustificare ogni assedio, attentato, omicidio con il pretesto dell'offesa recata a questi signori che con la scusa dell'Islam stanno cercando di scatenare sempre più un conflitto che a malapena si trattiene in Occidente. Intanto in Pakistan si lancia una taglia sui disegnatori delle famigerate vignette e si continua a protestare in Iraq e in Afghanistan anche contro l'Italia. Prima gli USA ed Israele, poi la Danimarca, la Germania, la Francia, la Spagna, l'Italia, le vignette, le magliette...quante altre scuse vorranno proporci per dirci semplicemente che stiamo andando incontro ad una cosa molto più grave di quanto ci vogliono far credere? Si arriverà alla censura totale per evitare di offendere i signorotti dell'Islam? Qui non si tratta di Calderoli, di Theo Van Gogh o di vignette "sataniche". Qui si tratta di sopravvivenza. |
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