Aneddoti e riflessioni nel quotidiano mio e del mio alter ego a:

Revolutionäre Gedanken und Design Innovationen
Schöneberger Straße 5
10963 Berlin

Eravamo , ora siamo qui.
I trasferimenti comportano scatoloni e disordine, ma anche nuove idee.

Wake up!
.Dubh.'s photos See .Dubh.'s photos!

Un gradito omaggio dal caro Tato

Un altro omaggio, sempre dal Tato

So stay awake
Why the hell should I stay awake?

I looked your wall
Saw that old passport photograph
I look like I've just jumped the Berlin Wall
Berlin I love you
I'm starting to fade...

The one who follows me

Bad Chic People
Albert Speer
A Chic wishlist
Cuffiette nuove per l'iPod
L' insalatiera trasparente Ikea
Lo spremiagrumi di P. Starck



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Questo blog è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons. Non credo serva a molto e dubito che a qualcuno interessi scopiazzare i miei posts, ma non si sa mai, c'è gente strana in giro.

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jeudi, janvier 29, 2004




















Grazie, Georges (Perec). Nessuno ha mai descritto Parigi, lo spazio, il tempo e la quotidianità come te.

dimanche, janvier 18, 2004

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Quale immagine di conforto e di calore, quale senso di protezione deve dare una fede simile!

dimanche, janvier 11, 2004

...Le sue dita agili si muovevano sulle chiavi con amore, sosteneva il peso del sax come se questo fosse una donna da abbracciare e solleticare. Teneva gli occhi chiusi, la fronte era madida di sudore ed ogni nota sembrava un dolore insormontabile. Impossibile rimanere distaccati di fronte ad uno spettacolo simile: era la messa in scena di un intero capitolo della storia dell’uomo, quello in cui si parla di amori perduti, affetti spezzati, sogni infranti, notti insonni. Quell’uomo e il suo sax erano una cosa sola, e questo commuoveva. C’era un’espressione vaga di rassegnazione alla sofferenza che ombreggiava il bluesman, e chiunque con un minimo di sensibilità se ne sarebbe accorto. China la prima volta che lo vide suonare, seduta in un tavolino all’angolo con Travis e Roy, pianse...

samedi, janvier 10, 2004

La giovane aspettava qualcuno. Mormorava tra sé, mentre mille pensieri le tormentavano la mente. Era profondamente offesa. Guardava talvolta con disprezzo le rose lanciate da lei stessa sul tavolo e sgualciva la copertina del libro. Proseguì col suo nervosismo finché non sentì che qualcuno scendeva le scale adiacenti l’ingresso.

La luce era resa grigiastra dal tempo che si stava sfogando fuori con la pioggia e la scena avveniva in un’atmosfera del tutto inusuale. Al termine delle scale, appoggiata allo stipite di una porta, comparve un’altra giovane donna. La natura le aveva donato un viso molto grazioso, scorniciato da una folta capigliatura nera che esaltava un paio di occhi grigio- verde freddo ed intenso.

Questi occhi durante le conversazioni guardavano qualsiasi cosa, tranne la faccia dell’interlocutore. Parevano nascondere grandi segreti. Quando la giovane nervosa vide la figura dell’altra saltò via dalla sedia, mossa da uno scatto di rabbia, ma poi senza una parola si diresse al pianoforte che si trovava all’angolo della stanza...