Il file di word è aperto e mi guarda dalla barra di avvio minaccioso. Pagina 127, mi sono arenata e inizio a provare antipatia per alcuni personaggi. Uno lo voglio eliminare perchè mi è diventato insopportabile e insulta moralmente uno dei miei protagonisti (!), un'altra devo cambiarla perchè inizia ad assomigliare troppo a me, il che è terrificante e banale. Ricorrono spesso le parole caffè, panchina, metropolitana (ti pareva), così pare proprio un romanzo urbano da quattro soldi. Ho letto da qualche parte che la gente legge con più piacere se ha nel campo visivo anche delle immagini. Lo farò illustrato, ma i personaggi non compariranno mai, su questo non piove. Magari delle foto in bianco e nero o con colori spettacolari. Non voglio vie di mezzo. (e qui ammicco a chi sa a cosa mi riferisco) Periodo psicologicamente faticoso: sempre sull'orlo del baratro, sul dire qualcosa in più, sul premere di più il pedale, sul punto di. Ma niente, ovviamente. Tutti mi dicono di aspettare. Di avere paSienSa. Io ho tutta la paSienSa del mondo, ma se sono già sicura che non ne valga la pena...? Vale la pena? (ecco, la mia ripetitività è segno della mia monotonia mentale in questi giorni). Per il resto, metto il silenziatore a tutte le vocine e me ne vado fischiettando. |
Aneddoti e riflessioni nel quotidiano mio e del mio alter ego a:
Revolutionäre Gedanken und Design Innovationen
Schöneberger StraÃe 5
10963 Berlin
Eravamo là, ora siamo qui.
I trasferimenti comportano scatoloni e disordine, ma anche nuove idee.
|
Un gradito omaggio dal caro Tato
Un altro omaggio, sempre dal Tato
So stay awake
Why the hell should I stay awake?
I looked your wall
Saw that old passport photograph
I look like I've just jumped the Berlin Wall
Berlin I love you
I'm starting to fade...
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mercredi, février 25, 2004
lundi, février 23, 2004
“Garmond? Mai sentito” “Immagino”. China, Travis e Roy stanno tornando. Vincerò il Pulitzer Finalmente dopo alcune settimane di stasi il mio (inutile) "libro" riprende vita. E' tornata l'ispirazione dei mesi scorsi, ma credo che il discorso di oggi sull'immortalità di ciò che si scrive (relativissima) mentre si commentava e discuteva la Szymborska (mi tocca fare anche questo quando in casa c'è gente che studia polacco) sia stato l'incentivo per riprendere in mano la situazione. I miei cari amici di moleskine sono tornati alla memoria con una certa insistenza e quasi mi commuovevo pensando ad una loro possibile immortalità. Lasciando da parte l'inesistenza della mia normalità, credo sia giunto il momento di prendere per il bavero quest' opera che non finirà mai e darle una parvenza di contenuto. In questi ultimi tempi sono piuttosto distratta (sentimenti in corso), ma questa non è una buona scusa per far finta di niente e nascondersi nel taschino del moleskine. O no? --> Un'enorme distesa bianca, un calendario fermo su gennaio. Come disegnare un profilo (des éléments, des silhouettes) qualsiasi sul muro con pittura verde. Pioggia, carbone e ruggine qua e là, ma non mi danno fastidio, vale la pena star qui, in fondo. |
dimanche, février 22, 2004
...ma io sto vicino a te in silenzio accanto a te stai vicino a me questa notte e domani se puoi questa notte e altre notti verranno anche se non sentiremo ancora cantar ascolteremo la pioggia bagnarci i colori e mischiare i miei pensieri nei tuoi ormai è l'alba e ho paura di stare a restare da sola a scordarmi di noi e allora sto vicino a te anche se non vedi che io son qui vicino a te questa notte e domani sarò... (Modì, Capossela) Si parlava stasera di sorrisi e di come possano fare bene o male. Tutto è relativo. Inizialmente ho pensato che un sorriso non potesse mai far male, ma in effetti non è così. E' stato un sorriso (o meglio, una serie di sorrisi) a farmi cadere il macigno sul cucuzzo. Dei sorrisi mi hanno fatto girare la terra sotto i piedi, dei sorrisi mi hanno resa ancora più insonne e hanno logorato la mia resistenza quotidiana, dei sorrisi mi hanno fatto tremare lo stomaco per lunghe attese (a volte premiate, a volte no). Ma soprattutto dei sorrisi mi hanno resa terribilmente ripetitiva. |
vendredi, février 20, 2004
jeudi, février 19, 2004
Dunque. Voler spiegare una cosa, ma senza saper bene cosa spiegare. Illuminare, sussurrare, ignorare, salutare. Sorridere, ridere, tacere. In modo artificiale. Strozzare le parole sempre fino a quel punto. Stop. Girare, girare, girare (girarsi nel letto,anche) e poi tornare all'inizio. Replay. Olè. Ahimè. Mille occasioni sprecate eppure lanciate, ma non importa(te). Non serve neanche una scala, non ci arrivo. E magari non ci voglio arrivare. Potrei cadere, no? O h i s s a. Macchè. |
mardi, février 17, 2004
Cercare di dire o scrivere qualcosa ma sentirsi legati (vedi immaginina sotto) in questo periodo è duopo. Come far parte di un nucleo al centro di un intero universo e non rendersene conto, o conoscere un nucleo nella situazione medesima e non potergli dire la sua collocazione. Presa dal panico a tratti e in altri meditiva su una nuvola, col muso appiccicato al finestrino freddo del bus cerco di ripristinare i ricordi nel backup del cervello, cerco di ritrovare in un angusto luogo tinto con pennellate rosa e fotografie in bianco e nero la felicità delle settimane scorse per un tramezzino preparato da magiche mani, ma niente, sono inceppata. In fondo mi sento come una dodicenne, e non capisco se sia bello (visto che a 12 anni me ne sentivo 30) oppure se sia sintomo di regressione, di ricerca, di tentativi di ritrovare un'adolescenza troppo seria e di trasformarla in qualcosa di più carino, almeno per l'ultimo anno nei teens che mi rimane. Nel frattempo fulmini a ciel sereno, se non macigni sul cucuzzo. E gli amici, mannaggia loro, che son contenti per questo, mentre io mi distraggo mentre cammino, inciampo, mi cadono le cose di mano e vengo colta da momenti di smarrimento e sdolcinatezza. Un vasetto di miele sarebbe più amaro, ma io rimango chiusa come un barattolo sottovuoto. Paura sottovuoto e istinto di sopravvivenza sull'orlo della scadenza Buonanotte, gente di blog, insonni, dark, mangafans, singles di 30 anni, donne in carriera etc etc. Ma soprattutto, buonanotte a chi non sa di essere diventato quasi all'improvviso il centro del mondo per qualcuno. |
dimanche, février 15, 2004
Per la seconda volta in un mese, miracolosamente, ho dato prova di non campare solo a suon di "pacchi" per i meeting live: dopo l'incontro genovese con Supernova stasera in quel di Milano incontrai finalmente il Papalla, detto anche Bobo, e il Re Mattia, salutato con inchini giapponesi. Dopo una piccola osmosi dinanzi al Duomo per l'aver incontrato dopo secoli il Bobo per eccellenza, serata tra ridacchi e come al solito Gin Fizz. Gente con cartelli appesi alla schiena con scritte sulla "Mo-ratti Mo-gatti" (come il Papalla narra nel suo post, che vi invito a leggere per avere un resoconto totale della serata), discussioni sulle vie di mezzo e pepe tirato su con la cannuccia con il Bloody Mary. Constato che a Genova lo stesso pepe che c'era in quel Bloody Mary lo userebbero in una settimana e notiamo mensole natalizie con scatole di tonno e girasoli. Particolare la coppola del Bobo (memorabile come la visita guidata alla Cattolica), particolari locali di Milàn e particolare stato generale di torpore e felicità per una buona serata passata all'insegna di qualcosa che non sono riuscita bene a definire ma che ho apprezzato molto, condito da miriadi di stelle in cielo (o forse le vedevo io) Andate e non tirate pacchi, che perdete delle belle cose! |
lundi, février 09, 2004
Tema avariato sulla Mascella (ovvero: problema esistenziale di 3° grado sui rapporti tramezzino-conflittuali con Mascella-barista, inesistenti) Mascella - barista + bella = tramezzini. Color tramezzino [color opalino secondo il tema avariato di Dubh (myself, oh yeah)] riconoscere in ogni panino Mascella - barista = Autoscatti -> faccia da pirla + Mascella (- barista) = trasferimento di chiamata, aka : impossibilità (=tragedia) Risultato: Io sono una tramezzina. Abbattuta. Oggi giornata di autoscatti, ne ho fatto una 70ina tonda, togliendo gli scarti. Per un attimo ho pensato di postarne uno qui sul blog, ma poi ho pensato che se tengo alla mia reputazione non è il caso di spargere per l'etere foto nelle quali assomiglio, a seconda del momento osmotico, a Gad Lerner, alla rana Kermit o a Emma Bonino (la posa tipica). E a proposito di Emma Bonino, pensavo per le prossime elezioni di presentarmi così, dando in omaggio a tutti gli Italiani un cd-rom con i miei autoscatti, con questo slogan: "Decidi tu, non lasciar scegliere al posto tuo il Vaticano o il Governo. Scegli la vita, scegli il buonsenso. Scegli ME" |
dimanche, février 08, 2004
Serata nella vita del sabato sera genovese...le strade del centro storico bagnate di pioggia e un odore strano, candele accese e acid jazz nell'aria...gruppi di amici che passano e mettono allegria e ottima cena al "le tre finestre"..anche lì candele e buona musica, il tutto condito da tavoli e sgabelli di legno e alle pareti quadri e oggetti marinari (il quadro di un marinaio che fa l'occhiolino, delle lanternine...)Passiamo da piazza sarzano e mi riprometto di tornarci al più presto, visto che è una delle zone del centro storico che non tocco mai. |
samedi, février 07, 2004
Domando ad un bicchiere di latte di soja: "ma dietro quel bancone non s'annoia?" Quell'osmosi molto allegra sotto pelle... io sì che ti farei toccar le stelle. °____________° |