Aneddoti e riflessioni nel quotidiano mio e del mio alter ego a:

Revolutionäre Gedanken und Design Innovationen
Schöneberger Straße 5
10963 Berlin

Eravamo , ora siamo qui.
I trasferimenti comportano scatoloni e disordine, ma anche nuove idee.

Wake up!
.Dubh.'s photos See .Dubh.'s photos!

Un gradito omaggio dal caro Tato

Un altro omaggio, sempre dal Tato

So stay awake
Why the hell should I stay awake?

I looked your wall
Saw that old passport photograph
I look like I've just jumped the Berlin Wall
Berlin I love you
I'm starting to fade...

The one who follows me

Bad Chic People
Albert Speer
A Chic wishlist
Cuffiette nuove per l'iPod
L' insalatiera trasparente Ikea
Lo spremiagrumi di P. Starck



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Questo blog è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons. Non credo serva a molto e dubito che a qualcuno interessi scopiazzare i miei posts, ma non si sa mai, c'è gente strana in giro.

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mardi, mars 30, 2004

Cos'hai in quel sacchetto?
Sono diventata lei, capisci? Però con una parrucca, così nel negozio non mi hanno riconosciuta. Ho comprato il pane stamattina, peccato avessero finito il formaggio che preferisco.
Perchè tremano le tue mani?
Mi muovo come lei, penso come lei. Canto filastrocche senza senso e parlo con un filo di voce a me stessa di personaggi sconosciuti. Cerco inutilmente di scacciare con la mano le voci che sento, mentre gli altri, seduti sul divano, mi guardano sospirando. Sono da una porta finestra con i riquadri in legno, vedo fuori un grande giardino autunnale e alcuni uccellini che volano via in tutta fretta. C'è odore di antico e il camino vicino a me brucia legna di indifesi alberi per la nostra comodità. Perchè?
Questo grido cos'era?
Ho paura di un'ombra alle mie spalle. Voglio tornare a casa, ma la mia casa dicono sia questa. Gli altri non capiscono, continuano a dirmi: "sì cara, andrà tutto bene, ora chiamiamo il dottore, così starai meglio"Non voglio il dottore, voglio indietro la mia mente. Perchè queste braccia mi avvolgono? Chi è questa donna? Mia sorella? Ma non la vedevo da anni, perchè l'hanno chiamata? Sto morendo?
Dimmi, sto morendo?
Lasciami stare, l'importante è che tu scriva.
.rêve.

-->

Le nuvole grigie che scorrevano pesanti sulla città, il fiume passava lento e grave vicino ai cittadini, mentre una luce scura e triste copriva tutto con classe.
Un ragazzo era steso a terra, sul lungofiume, solo in maglietta e pantaloni, anche se faceva freddo. Aveva gli occhi chiusi. Il vento gli agitava i capelli: l’unica parte del corpo in movimento. I pochi passanti lo osservavano senza fermarsi, e lui continuava a non muoversi.
Qualcuno probabilmente pensò che fosse uno spostato, morto di freddo durante la notte, ma non si fermò per confermarlo.
La figura per terra era immobile, ma lui pensava, eccome.
Pensava a tutta la sua vita, a quello che aveva fatto, ai suoi errori. Le braccia e le gambe erano diventate parti a sé. Era rimasto così tutta la notte senza muoversi: non vedeva il motivo per fare altrimenti. Voleva rimanere lì per sempre, non parlare più con nessuno, non tornare più in quella casa vuota, così piena di ricordi. La notte prima si era sentito soffocare nel suo letto e senza vestirsi era uscito sotto la luna, schivando coloro che dopo una notte di bagordi tornavano a casa traballanti, chiudendo gli occhi davanti alle luci troppo forti della città notturna.
Il vuoto era incolmabile.
Ogni tanto pensava che sarebbe stato meglio alzarsi, fare qualcosa, ma poi non trovava un motivo abbastanza valido.
Continuava a rimanere lì a terra, anche quando incominciò a piovere.

.Luttant pour respirerA la surface du monde.

lundi, mars 29, 2004

Fischi nella notte bagnata di pioggia e vino, candele ai margini delle strade. Donne avvolte in scialli di vapore danzano sull’asfalto a piedi nudi amori perduti, rifiutati o mai dichiarati. Sorridono con nacchere d’argento e osservano chi osserva loro.
Donne, uomini e bambini di altre vite odiano la loro danza e passano sotto i portici indifferenti o infastiditi. Preferirebbero gli zingari in città, invece devono assistere ad uno spettacolo ben più preoccupante.
Cosa vi ha spinte in strada?
Le insonnie diurne, i concetti sfilati e le armonie lise. Abbiamo cercato risposta ovunque, ma anche i tombini hanno i loro segreti. I gabbiani hanno sussurrato di vane speranze mentre i cartocci dl latte fuggivano al loro destino.
Voi avete fatto piovere?
Surreale una supposizione del genere, non trova? (guarda il cielo e ammicca ad una nuvola)
Altre illusioni, dunque?
Questo momento è un’illusione, le sue scarpe lo sono, quel suo cappello retrò marrone, il suo giaccone. Lei è un’illusione, non capisce? Respiri, chiuda gli occhi. Cosa vede? Lo immaginavo. Io quando chiudo gli occhi vedo tutto e nulla di quanto vorrei. Vedo occhi e sorrisi privi di senso, vedo chi amo considerarmi una conoscenza, vedo chi ha raggiunto troppo in fretta la gloria. Prevedo una dolorosa caduta, ma non mi preoccupo, io sono già in fondo e sto allestendo un festino per accogliere chi cadrà, chi con arroganza ha parlato, chi ha agito con odio, chi si credeva in una campana di vetro nei propri vizi e fortune. Ci può giurare, io sarò lì ad accoglierli tutti, ma mancherà chi aspetto.
S’inchina, poi si volta e sparisce dietro ad una colonna.
Noi ne approfittiamo per infilarci in una caffetteria. S’è fatto tardi, le gambe son stanche, le menti provate.
.Back to the cold restless streets at night.

vendredi, mars 26, 2004

Fobie dell'uomo moderno e altri discorsi

Vede, sono ossessionato dal cancerogeno. Ogni cosa per me è diventata potenziale causa di cancro, non per ultimo il cibo. Ho letto su riviste specializzate che siamo circondati dalle sostenze cancerogene, e che inevitabilmente finiscono nei nostri polmoni, sui nostri vestiti, sui nostri alimenti. Siamo circondati da sostanze cancerogene! (si agita visibilmente)Ho iniziato alcuni mesi fa ad acquistare praticamente sempre prodotti definiti biologici, e l'altro giorno in email mi arriva un messaggio inoltrato: secondo alcuni esperti i prodotti biologici sarebbero ancora più pericolosi rispetto agli altri! Sì sì, ha capito bene: quei prodotti con prezzi doppi o tripli del normale sarebbero ancora più dannosi!Io che ho rinunciato alla moto e alle vacanze per mangiare e per rendere la mia casa più ecologica possibile. Ha presente? Pannelli solari, tessuti naturali, riciclaggi di materiali, soldi che se ne vanno, che prendono il volo!Ho guardato le mie riviste sul tavolino in bambù della sala e sa qual è stato il mio impulso? buttarle dalla finestra!sì, inquinare le mie strade con natural style, lifegate o che so io, diamine!Inquinare! Inquinare!E il basilico, che Dio mi sia testimone!Dicono che sia 25 volte più cancerogeno del benzene, allo stato brado rilevabile in un laboratorio! Pesticidi naturali che sarebbero ultracancerogeni, le onde del telefonino e del mio portatile dannosissime per le cellule del cervello, inquinamento casalingo, catastrofi ambientali!!!Siamo rovinati!!! Si mette le mani nei capelli, si alza e corre alla finestra.Guarda fuori.
Ma ora le espongo il mio problema principale: secondo lei il latte di soja lo posso ancora bere?

mercredi, mars 24, 2004

All'attacco telefonico:
"pronto buongiorno, c'è mica ***?"
"sono io"
"ossegnur"
"ah ah ah ah ah! Ma aspetti. Ci conosciamo?"
"A dir la verità non del tutto, ma non si preoccupi, non sono pericolosa"
"questo lo dice lei" (ridacchia)
"beh, deciderà"
[...]
[telefonata delle 18, vera. Durata una buona mezz'ora, oltretutto]

lundi, mars 22, 2004

perle e gemme stellate
sulle foglie seccate
sotto il cielo turchese di ottobre

[Esercizio per Jacob del 15 marzo, suonata in do minore. Serie: quando non si è ispirati nel modo giusto ecco cosa esce]

Siamo nella sua bella casa sulle colline del Monferrato: la Primavera è alle porte e lei ci accoglie dal cancello con un sorriso smagliante e i capelli lunghi raccolti in una semplice coda, mentre un cane ci guarda assonnato da sotto il portico. L'entrata dà su una cucina in arte povera molto grande e decidiamo di fermarci lì, seduti al tavolo a bere del thè al cardamomo.
Come si sente una donna in carriera a 30 anni appena compiuti?
Non è tanto l'età che conta, quanto la vita già passata. Ognuno fa un percorso differente, e io sono arrivata ad essere in una posizione "importante" solo grazie alla mia passione, anche se non ne sono del tutto soddisfatta. "Importante" è una parola che non riconosco. D'altra parte il lavoro è al momento il mio principale motivo di esistere.
Sento un certo vittimismo nella sua voce...
Diciamo che a volte compatirsi è l'unica arma che rimane (sorride) C'è stato un buon periodo giusto nell'ultimo mese, ma sa com'è, la ruota gira, e io sto tornando nell'acqua del mulino...
Ha mai avuto problemi sul lavoro?
Beh, spesso si trova chi ha da ridire per come si è personalmente, non per come si lavora. Paranoici, critici nati per l'abbigliamento o per i gusti musicali..c'è un po' di tutto, ma di solito rispondo alle provocazioni girandomi dall'altra parte sorridendo. E' la cosa che infastidisce di più un certo tipo di persone.
Ci parli delle sue debolezze...
C'è una cosa che non ho mai capito: quand'ero piccola mi prendevano in giro per i capelli rossi, non so perchè. Comunque sono diventati un segno di riconoscimento, anche se a volte è scocciante. Vengo apprezzata da molti, ma il fatto è che non riesco io ad apprezzarmi. Mi sento così infantile a volte...l'altra notte sono rimasta almeno tre minuti a guardare estasiata un evidenziatore verde diventato giallo grazie al faretto ikea con la lampadina blu. L'altro giorno ho cantato a squarciagola nel parco mentre pioveva e non c'era nessuno. Queste sono cose che non andrebbero fatte, lo riconosco. Ho fatto anche lo shampoo al tappeto sul quale il mio gatto aveva avuto problemi di stomaco, ma ho usato lo shampoo solo perchè avevo finito il detersivo giusto.
Si sente una donna trasgressiva? [ma che domanda è?]
Una volta ho fatto il test dell'Inferno di Dante: tutto moderato tranne la violenza, e questa è la prova che le etichette non fanno per me, visto che sono la persona più pacifica che conosca. Non mi sento trasgressiva, questa parola tanto di moda ora mi dà quasi suoi nervi.
Ha più visto il suo ex marito?Ormai è storia passata, ne ho solo ricordi vaghi. D'altra parte lui mi definiva "folle", quindi non credo che sarebbe contento di rivedermi, e io meno di lui. Ora sono innamorata, ma su questo preferisco non aggiungere altro, visto che non sta andando secondo i miei piani, se mai ne ho avuti (ride)
Ultima cosa: com'è vivere in campagna e lavorare in città?
La campagna e la natura sono il mio appoggio principale. C'è addirittura chi mi ha definita "pagana", "panteista" per questo mio amore per il mondo naturale, ma questo è dovuto al fatto che alcune persone che conosco adorano passare il loro tempo a trovare delle etichette per me. Senza verde non potrei vivere, adoro la forza degli alberi, l'odore della terra, l'alba che accarezza con le sue timide luci i prati. La città mi lega per il lavoro e per ricordi bellissimi, ma non potrei vivere un mese lontana da qui (guarda fuori dalla finestra sorridente). Sono legata a questa terra, a questi profumi.
Le va una fetta di torta?
Come rifiutare?

-->

"Indossa il tuo usbergo e cerca di sopravvivere"
Le sembra vita questa?
Sta diventando una sorta di battaglia epica di quelle serie. Inutile cercare di guardare oltre il vetro-muro-filo, il vento a momenti le portava via la parrucca. Stava buttando nei cassonetti sacchetti di minuti sprecati, sogni infranti ancora prima di nascere. L'ho per caso già detto? La sua insonnia urlava sul ciglio della strada, ma nessuno si è fermato per darle un passaggio.
Insomma, la solita vecchia storia...
Non posso farci nulla, mi viene voglia di uscire, prendere quel che dico e partire, andare e dire tutto, senza più freni. Smetterla con questo silenzio-non-silenzio. Qua al tavolo sussurrano di come le cose non siano più come una volta, comprese le stagioni, ma intanto rovesciano il vino sulla tovaglia bianca e poi tocca a me pulire.
Non le sembra di star diventando un po' paranoica?
Io paranoica? Più che altro sono gli altri che ce l'hanno con me, o che mi inseguono, o che mi sopportano a malapena giusto per cortesia non chiesta. Non è mica colpa mia (ride, poi prende in mano una tazza). Siedo all'angolo e aspetto. Nei negozi della beatitudine una commessa tirata a lucido mi farebbe accomodare su una poltrona di false verità, ma li hanno chiusi.
.Piove, è tempo di partir.

vendredi, mars 19, 2004

I due giorni a Milano. Sarò breve.
I° giorno - la partenza
Perdo due treni causa:
-smarrimento improvviso di una cosa indispensabile (si rimedia sul capo di Capodanno capo capodoso)
-scoperta di pantaloni troppo larghi, della misura giusta fino al giorno prima (questa chi me la spiega?)
Stazione di Genova. Treno. Nello scompartimento vuoto (di quelli vecchi, a sei posti) prendo un insieme di spille da balia e mi rigiro i pantaloni. Dopo neanche cinque minuti dal termine del capolavoro entra un uomo repellente e unto. Cambio scompartimento.
Stazione di Milano. Prendo una bottiglietta d'acqua dai distributori e ci lascio il resto di 1,20 €
Albergo. Sbaglio il portone e la scala, infine mi ritrovo in una stanzetta priva di bagno, carina. Finchè non scopro che le tapparelle non vengono giù, ergo niente luce accesa la sera per evitare spettacoli gratuiti ai passanti in strada.
La sera, il concerto di Belle & Sebastian. Simpatica occasione per incontrare i personaggi di AltraIrlanda. Concordammo tutti però su una migliore atmosfera nel dopo concerto, visto che i B&S non hanno dato il meglio. Nottata in albergo insonne: due ore di sonno ma...
II° giorno - il ritorno
...mi sveglio alle 8 pimpante. Sento con gioia i rumori caotici di Milano fuori dalla finestra.
Dopo vari giri et incontri assai graditi, il temuto treno.
Tutun, tutun. Groppo in gola, sms strazianti, musica in cuffia e donne divorziate di Albenga che urlano tutti i particolari anche più intimi dei passati matrimoni.
Caldo, cerchio alla testa, pensieri troppo nostalgici di brevi attimi, l'odore di treno sempre peggiore.
Scendo dal treno, guardo mèsta la città che mi accoglie e salgo sul bus.
.rien, rien, rien.

lundi, mars 15, 2004

"Avanti signori, il nasello si sta scongelando!"
Rumori di città, vento estivo che finge di esser serio ma al primo angolo sghignazza e puzza di pesce. Andiamo al bancone numero 15 e troviamo chi della vita non ha visto proprio nulla, chi è rimasto in un cantuccio riscaldato a guardare il mondo andare avanti togliendo le viscere a qualcosa di non ben definito, pulendosi le mani sul grembiule.
Come è arrivata la sua vita dietro un bancone?
Un giorno ha detto che era stufa di trascinarsi dietro cavalli morti, così ha deciso di vendere altre vite per non pensarci più. Facile, ha più tempo per meditare su altre cose.
Ha un sogno nel cassetto?
C'è chi regala illusioni ma le rompe come uno scatolone ikea, per poi regalare qualche sorriso misericordioso. Le navi del porto bevono un cappuccino prima di partire, i gabbiani fanno finta di essere il gatto e urlano. Il ricordo di chi urlava contro il dolore, ma che veniva ignorato. "Tanto tu non conti niente qui, hai capito?" Pioggia che entrava nel collo, mentre si imprecava contro il cielo. Soffitte di vite sprecate, stantuffi di civiltà fritti in padella con olio di semi. Al vapore le famiglie da parte di padre, bagnomaria da parte di madre. Gli amici? Non erano d'uso.
Perchè urlano tutti?
Perchè io mi ricordo, e a loro fa paura.
.je me souviens, Georges.

mardi, mars 09, 2004

...E domani un altro sogno
avrà piena la mia notte
avrà svuotato i miei vestiti
riempito il lavandino di un
pianto triste e disperato...

Ci dica cos'ha in quella testa...
Ricordi d'annata di nottate in giro per Parigi, di momenti magici sotto i portici di Place des Vosges, di passeggiate tra la Bastille e il Municipio. Il Marais, la musica della sera.
Che genere di musica?
Nei locali era spesso lounge, acid jazz e ambient quando in Italia era ancora roba di nicchia. Nelle case era diverso. Et spéciale dédicace au petit Robert, laissez parler les p'tits papiers, ad esempio. Zebda, Les Enfoirés...erano canzoni che all'epoca passavano spesso per radio. Radio Oui Fm, per la precisione. Leggevamo NovaMagazine in piccoli appartamenti, parlando d'arte e di teatro a piedi scalzi e con le finestre spalancate. Sembrava di vedere le note uscire danzanti dalla finestra. Era tutto perfetto.
Aveva delle sicurezze?
Sì, ma il pilastro pian piano s'è frantumato, senza neanche essere di disturbo. Chissà dove sono finiti quei giorni, tra eclissi e gocce di pioggia, dove sono finite quelle persone, quelle risate argentine che riempivano il quartiere, tra un Monaco e turisti sconosciuti che inciampano nei pattini alle due di notte. Donne ormai stanche della vita dietro il bancone eppure così forti, cani annoiati, bambini addormentati su divanetti happy-hour, luci che si spengono perchè si è bruciata una lampadina, bottiglie che cadono e fanno scoppiare l'allegria. C'erano sguardi e sorrisi che un tempo facevano bene, erano balsamo per la vita.
E ora cos'è rimasto?
Il senso di spossatezza languido nelle nuvole notturne, la micia sul davanzale che si chiede dove sia andata la luna, mentre mangiucchia la tendina. Sguardi e sorrisi son rimasti, ma su altri volti, e non fanno propriamente bene.
Per concludere...?
Cadono pezzi di vetri e di cristalli, il fragore del vuoto da qualche parte, ma non importa a nessuno. Almeno, non a me.
.Mais où sont les neiges d'antan?
Dans la salle du bar-tabac de la rue de Martyr.

lundi, mars 08, 2004

Milano
Pranzo di Purim. Tutto kasher, tutto divertente, in effetti. Con solo due ore di sonno alle spalle, purtroppo.
Treno. Scioperi, scioperi, scioperi.
Il ritorno.
Mal di testa, nausea, nuovi libri e vino kasher in borsa, mal di vivere. Un terribile mal di vivere.
Malinconia. Mi sento la febbre.
Era prevedibile.
Troppe emozioni in poche ore non mi fanno mai bene.
Pioggia che scorre fuori. Tutun, tutun.
La sensazione di aver perso qualcosa di materiale mentre avevo gli occhi chiusi in treno. Sì, ma cosa?
.just rerunning conversation.

jeudi, mars 04, 2004

Oggi per la prima volta ho usato il registratore (c'è chi lo chiama magnetofono, per intenderci). A parte che la mia voce registrata se non canto è una via di mezzo tra un contralto di colore che fuma dalla nascita e un trapano, mi sono divertita da matti.
Serve per fare un quadro generale della situazione, ma NON serve se si ha la mania di gesticolare come un Hare Krsna quando si parla. Quando sembra che un nodo fondamentale della storia si stia sciogliendo viene da gesticolare con enfasi o, come direi io, smanettare con osmosi (ma visto che vorrei definirmi un giorno scrittrice questo termine non lo posso usare perchè non è corretto. Io lo uso per una lunga storia)
Perle dalla mia registrazione vocale:
- "se lo domanda, se lo domanda, se lo domanda. Aspetta...cos'è che si domanda? non me lo ricordo più..."
- "ad un certo punto però..cosa succede? Zut, all'improvviso!"
- "vedi Travis che...proprio una scena spudorata, banale, tristissima al massimo" (tono disgustato)
- "cose che sembrano di una schizzata che smanetta sulla metropolitana"
- "maledetti operai, proprio ora dovevano mettersi a martellare qui? eeeeh, sì sì, toc toc...ma porc..."
- "io lo darei quasi come quello più giovanile ma con più anni". Pausa. "un imbecille, toh"
- "insomma, diventano amici...grande felicità, roba da Settimo Cielo, ecco" (tono abbastanza disgustato)
- "sembra un semplice assoluto, ma invece è di un ingarbugliato terrificante. Anzi, no. Tutti sono complicati."
- "non si capisce bene se...eh...boh...^sospiro^"
- "Fiona. O Faiona. O Fiòòòna" [si sente in sottofondo la sigla dei Simpsons]
- "Alla fine è abbastanza semplice.". Stop. "Allora...non è semplice per niente! Ha questo passato travagliato, come al solito, perchè noi gente normale non la vogliamo..." (tono disgustato. Notare il "noi", preoccupante)
- "arriva distrutto, con il solito flaconcino di alcool o una cosa simile " (flaconcino?)
- canticchio Sweet Home, Chicago
.l'abitudine diventa un tic nervoso, ma vincerò il Pulitzer. Prima o pooooooooi.

lundi, mars 01, 2004

Essere così stanchi da sentir nausea. Stanchezza mentale, mica fisica (anche quella, ecco). Questo aspetta-aspetta-aspetta insensato, privo di tempo, di speranze e di senso. Ora s'ha da affrontare marzo, con tutte le sue pazzie e la continuazione di domande che cadono ancora prima di nascere. Insonnia accompagnata da Marzullo, film giapponesi su prostitute in lingua originale, tazze, tisane e moleskine abbandonato sul tavolo, pieno di ansie e dubbi più di me (a lui preme la fetecchia-romanzo). Mi guarda dalla sua eleganza in nero con pietà e mi chiede quello che (quasi) tutti mi stanno chiedendo, preoccupato e nel contempo incoraggiante. Io mi crogiolo in una bustina di camomilla e chiedo del mio futuro ad una tazza verde made in Romania. Il riflesso sulla superficie del liquido di ricordi-sorrisi-occhi-espressioni-parole che non sbiadiscono pur così brevi e "Toute la Vie" oggi che mi ha insegnato qualcosa, ma non so assolutamente cosa.

.Arrache-moi le cœur,Que je ne puisse plus avoir peur.