Altro trasloco, questa volta definitivo (per quanto una cosa possa essere definitiva) Come si suol dire in questi casi: "Aggiornate i vostri bookmarks!" Instant Human, il nuovo e finto definitivo blog Grazie per la cortese attenzione cordiali saluti sperando di riscontrare vostra gentile risposta in fede saluti a casa. |
Aneddoti e riflessioni nel quotidiano mio e del mio alter ego a:
Revolutionäre Gedanken und Design Innovationen
Schöneberger StraÃe 5
10963 Berlin
Eravamo là, ora siamo qui.
I trasferimenti comportano scatoloni e disordine, ma anche nuove idee.
|
Un gradito omaggio dal caro Tato
Un altro omaggio, sempre dal Tato
So stay awake
Why the hell should I stay awake?
I looked your wall
Saw that old passport photograph
I look like I've just jumped the Berlin Wall
Berlin I love you
I'm starting to fade...
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lundi, mai 08, 2006
mardi, avril 25, 2006
vendredi, avril 21, 2006
In una città improvvisamente colma di colori.
mardi, avril 04, 2006
mercredi, mars 29, 2006
Our new fridge!
Stamattina è arrivato. Lucido, metallizzato fuori, azzurrino dentro. Dopo vent'anni il vecchio frigo, ormai senza luce interna e con delle orrende griglie marroni, è andato in pensione accompagnato da due baldanzosi giovanotti. Sono cresciuta con quel frigo, ma è tempo di dare spazio ai giovani. Notare le linee pulite, il design chic, la fatidica trasparenza. Notare anche il mio entusiasmo per un frigo. (Non notare, invece, il prezzo spaventoso. Ma dopo vent'anni forse ce lo meritiamo) Su internet ho scoperto che tantissima gente fotografa il frigo nuovo e ne parla, quindi mi aggiungo alla lista sentendomi meno strana: Il finissimo pannello esterno, poco utile ma molto fashion L'interno attende una copiosa spesa... And then, una foto d'insieme fatta da chi sa fotografare un frigo senza tutti i riflessi del caso: E ora altre persone entusiaste per il frigo nuovo, tanto che probabilmente esiste un movimento sotterraneo di fans del refrigeratore: -Matthew abbraccia il nuovo frigo con espressione beata -Hope si pone delle domande davanti al nuovo frigo -Lei, che assomiglia a Chuck Norris, posta il suo frigo ma anche quelli di altri -Vik ha messo a posto il frigo nuovo con il signor Giuseppe |
lundi, mars 27, 2006
Piteous Thing
Il biondino fuori dalla posta dietro Rue de Rivoli vende le copie verdi de L'Itinérant. Sorride, appoggiato al muro sporco. Saluta silenzioso porgendo una copia che sicuramente oggi riesce a dare via. Ha l'aria stanca, un po' grigia, ma è gentile. Ha fame, tantissima fame. Dieci franchi non bastano per renderlo felice. Ho scordato il suo nome. Dove sei, biondino dell'Itinérant? Dall'entrata vicina alla Fnac di Place de la Bastille un altro biondino. "La vita a Parigi è troppo cara" "Eh, lo so" "Ma tu sei qui, dai. Sei anche più grande di quel che dici" "No no" Un altro sorriso, appannato dalla memoria labile di giorni estivi ormai lontani. "Oggi pomeriggio alle quattro io ti aspetto qui. Verrai?" "Certo, certo. Ciao" (Non ci contare). Se si sbaglia solo un pomeriggio si deve pagare alla cassa? A chic & gay party feat. Le Chien Drasko, Monsieur Gaëtan et Le Garçon Robert Le luci delle toilettes blu anti-tossico e viola (anti?). All'esterno del locale un SDF dorme dietro un cancello, con addosso i peggiori pantaloni che possiate immaginare. Il suo cane però sembra non preoccuparsene, gli vuole bene lo stesso. Per strada delle Drag Queens maestose hanno bevuto un petit peu. Ridono con signori di mezz'età e fanno lo slalom tra i buttadentro-buttafuori. Cosa hanno bevuto? Una pioggerellina di marzo copre benevola un prato rovinato. La pioggia tamburella le foglie scure. E' il suo dovere. Gli amici ti insegnano a diffidare della mattina domenicale, ma a volte sbagli ancora. Rimani in casa. Rimani in casa. Rimani in casa, ti ho detto. Ti abbiamo preparato il caffè. C'è un divano con una morbida coperta. Qui fa caldo. Non senti? Allora assapora l'esperienza di cortecce d'alberi, fanghiglia e fucili. Quando ti aliteranno in faccia parole di tristezza o leccherai lacrime altrui non potrai dire che non ti avevano dato un segnale. Dov'è la mia città? |
mardi, mars 14, 2006
E' umano, d'altra parte
samedi, mars 11, 2006
Three days in Altdorf
Per la serie: Lettere a DeDe. Siamo ad Altdorf, località fredda che fu teatro della prova di Wilhelm Tell (il quale si è meritato addirittura una statua in posizione centrale). Cittadina verde, esageratamente svizzera e assolutamente piovosa, non ci ha regalato una grande accoglienza, ma verso sera ha rimediato assumendo un'aria nordica che non mi ha lasciata indifferente. La signora B. mi è venuta incontro sorridente scendendo dalla macchina: sono già diventata sua parente, a quanto pare, e nel suo italiano tanto "karino" come prima cosa, senza quasi salutare, mi ha chiesto se ero "abastaaanza koperta". Palate di tendresse per questa signora, con un occhio agli sputacchi scivolosi di neve ai lati dei marciapiedi, pericolosissimi. La casa della zia della sorella del cugino del padre dello zio etc etc (insomma, non ho capito di chi sia) ci ospita su due piani: io volevo un po' di natura, un po' di classico, un po' di camino, e son stata accontentata. Nella patria del cibo non vegano -provate voi ad essere vegani in casa di certa gente- zappetto alle 0.55 con alle spalle tale J. che dorme distrutto dal viaggio e le voci del parentame al piano di sotto. Perchè ovunque io sia, prima o poi zappetto. (auto cit.) Credo che i parenti fossero un po' agitati inizialmente per la mia presenza, ma con la mia nonchalance ed immensa simpatia li ho conquistati tutti (o stanno meditando di uccidermi nella notte, vedremo). Per sembrare molto metropolitan ho affermato sicura che sto scrivendo un libro e questo sembra aver colpito particolarmente la zia di J. che ha iniziato a farmi domande pressanti sulla trama, sui personaggi e sullo stile al quale tenderei. Non sono mancate domande come"Ma uno stile alla Hemingway? Io adoro Hemingway. Ti piace Hemingway?" Questi signori hanno due cani. Vista la moda del momento non è mancata una discussione che ha toccato addirittura Blondi, Fuchsl e Thomas Mann (circa "Cane e Padrone"). Il padre di J., fumando una sigaretta dopo l'altra, ha apprezzato il mio amore per Mann, e devo ammettere che in certi momenti sembrava di trovarsi in una casa degna de L'Ispettore Barnaby, il che mi ha notevolmente impressionata. J. anche con i parenti è sempre gelido, ma in cucina, ed è un evento da segnalare, ha sorriso a sua madre. Strizza gli occhi come se fosse profondamente sotto stress, e notare i suoi punti deboli mi convince sempre di più di essere su una strada simile a quelle di Altdorf oggi pomeriggio: carina, ma scivolosa. Due siti standard e un po' kitsch su Altdorf: http://www.altdorf.ch/ http://www.altdorftourismus.ch/ |
mardi, mars 07, 2006
Come ti spiego Speer (I puntata)
Ovvero: come si fa il riassunto di una lettura su un messenger. (Si ringrazia per la presenza Varg) Varg: Signorina Rattini Mi parli della biografia di Speer Dubh: Oh dunque Speer nasce in una famiglia borghese, da padre liberale e madre delusa da un trasferimento di città, poichè voleva continuare ad abitare a Magonza, così si dà alla vita di società. Si atteggia da frivola e si dedica poco ad Albert, il quale cresce svogliato, apatico, poco incline agli studi. Il padre è architetto, così, una volta capito che il figlio da solo avrebbe fatto poco, lo introduce al mondo dell'architettura e lo spedisce all'università berlinese dal professor Tessenow, il quale vuole insegnare i tratti puliti e moderni di una nuova architettura, senza fronzoli. Speer lo adora, e diventa a 23 anni suo assistente. (Mi ricordassi così bene le cose che devo studiare...) Varg: Vada avanti Dubh: Durante il periodo universitario assiste per caso ad un comizio di Hitler e ne rimane folgorato Varg: (Si concentri) Dubh: E' importante dire che prima di allora Speer, anche se in Germania incalzava il nazionalsocialismo, se n'era sempre infischiato della politica, tanto che alcuni suoi compagni di corso lo trovavano altezzoso e distaccato. Dopo il comizio invece, durante il quale vide un Hitler dapprima quasi imbarazzato per poi esplodere in una folgore dialettica quasi erotica, esce e vaga da solo per le strade, sconvolto. E così... E così... Varg: Che fa? Dubh: ... Ah sì Si iscrive al partito, ma dirà "Non mi iscrivo al partito nazionalsocialista: mi iscrivo al partito di Adolf Hitler" E giù applausi (No, quelli no) Varg: Bene bene Dubh: Un dì, tra le varie conoscenze, Goebbels lo nota, e da lì inizia la gran carriera Inizia a rimettere a posto le case di alcuni pezzi grossi, soprattutto quelle in campagna, che lui troverà appesantite, piene di cose inutili Ma il momento clou sarà quando rinnoverà completamente la sede del partito, poichè gli sembrava un luogo non adatto ad un personaggio del calibro di Adolf Dirà che quel luogo sembrava adatto ad un impiegato Varg: :D Dubh: Poi finalmente un giorno assiste quasi per caso al progetto per la radunata oceanica del primo maggio '33 così dice: "signori, qui le cose io le farei così e cosà" e loro gli danno retta, dando il via ad una delle più impressionanti radunate mai viste. Albert diventerà uno dei padri delle cattedrali di luce Ma lui, furbo, le fece per non far vedere, a quel tipo di luce/ombra serale, la corpulenza dei militari e simili, troppo opulenti Varg: Siamo sicuri di questo? Dubh: Così dice il libro O meglio: non le cattedrali di luce Varg: A me sa tanto di stronzata buonista Dubh: Spiegò che era meglio farle verso sera, queste radunate, sia per quello che per creare maggiore impatto Varg: Ok, poi? Dubh: Poi si arriva al punto più bello: l'affezione di Hitler Sapendo delle aspirazioni artistiche mediocri di Adolf i due iniziano a frequentarsi assiduamente, inizialmente per discutere i progetti, poi Speer entra definitivamente nella Adolf's cricca. Passano molto tempo insieme, e anche quando Adolf non ha tempo per gli altri per lui lo trova sempre... Sognano grandi cose, sdraiati sull'erba in montagna. Che scena romantica. :D Varg: :D Dubh: Naturalmente Speer ha avuto la botta di fortuna: la morte dell'architetto ufficiale di Hitler, Troost Lì definitivamente è diventato il boss. Poi che altro dire... diventava taciturno quando si parlava di cose brutte o si usavano mezzi bruti, però rimase molto attaccato a Adolf Ed era l'unico al quale Adolf desse sempre ragione Quando si dava a scenate isteriche Speer non era mai il soggetto di tali scenate, ma anzi, aveva un potere sedativo Fine. |
lundi, mars 06, 2006
Del riarredare una casa (vademecum)
Quando si vuole riarredare la propria casa è incredibile quanto si alzi la soglia di stress, perchè ci sono dei punti ben precisi da tenere a mente ma non sempre è facile evitare qualche tranello dell'immaginazione: -Non buttare via tutto: a parte non potersi permettere di ricomprare ogni mobile e oggetto alcune cose, rivalorizzate nel modo giusto, sembrano nuove -Evitare di tenere tutto: alcune cose sono obsolete, tendenti al marcio o sbeccate. E' tempo di cambiare. Aria! -Basta poco: su uno sfondo base una sala diventa diversa cambiando colore dei cuscini e coperte del divano, del tappeto o delle tende. Provare per credere: noi avevamo una sala con colori tenui e un po' scialbi, abbiamo inserito dei tessuti rosso scuro e la sala è completamente cambiata -Osare: questo punto si collega al precedente. Chi è abituato, per non esagerare, a distribuire solo colori base e tenui alla fine diventa tenue egli stesso. Aggiungete un po' di colore! Noi stiamo facendo la cucina bianca e arancione con oggetti trasparenti e metallici, metteremo un bancone effetto alluminio e lo stile sarà lounge bar, con pareti vestite di locandine vintage. Non abbiamo intenzione di comprare nessun pensile ma anzi, ne abbiamo già disfatti due. Prima la cucina era sul blu scuro e noce (solo di tinta) con mobili alti, il tavolo era classico anni '70, alle pareti avevamo piatti veneziani sempre risalenti agli anni '70 e quadretti sparsi a caso. Ora si respira. -Sfogliare delle riviste di arredamento: io ne ho lette negli ultimi tempi tantissime, credo di aver sfogliato tutte le testate presenti in Italia (e all'estero quelle distribuite). Alla fine, tra pile di riviste, torno sempre su Casaviva e sul catalogo Ikea. Casaviva, a dispetto del nome che attira sicuramente casalinghe tristi e sognanti, è un'ottima rivista che propone soluzioni e idee a portata di mano. Peccato la pubblicità incombente, ma quella è onnipresente in tutte le riviste del genere, spesso anche la medesima. Il catalogo Ikea è un must per chi come me ama le linee pulite, moderne, un po' minimaliste ma non esagerate. Inoltre le foto dimostrano disposizioni decenti, con inserti di vita vissuta. Non esistono case abitate del genere identiche, ma almeno si sforzano di inserire umani (anche belli, a volte), gatti, appunti scarabocchiati, colazioni lasciate a metà... Nelle altre riviste tutto è lucido, freddo e disabitato, anche le case bellissime che dovrebbero essere di famosi progettisti spagnoli...(mi riferisco alla casa barcellonese di Pepe Cortes) -Usare vecchi oggetti o mobili per altri scopi: per non buttare via tutto si può pensare di utilizzarli in modi diversi. Le doghe in legno di un vecchio letto ridipinte e tagliate in modo diverso diventano un appendino interessante, ad esempio... -Come diceva sempre il vecchio Speer : "qui ci vuole luce, togliamo questi addobbi inutili". Occhio quindi ai mobili alti, ai colori scuri e alla "disposizione corridoio" dove non è necessaria. -Risparmiare: devo dire che dopo aver girato tanti mobilifici alla fine Ikea è il migliore per i prezzi e per lo stile. La soluzione ideale è trovare mobili base economici e poi valorizzarli con pochi oggetti di alto livello. In giro, soprattutto nel centro storico, ci sono dei negozi interessanti per l'oggettistica (anelo un tavolino stile Zanotta e prima o poi l'avrò, così come lo spremiagrumi di Starck). E poi, anche se ve lo potete permettere vorreste spendere 3.950 euro per la libreria Shelf X di B&B Italia, 131 x 145h? Sì? Allora fuori da questo blog. O regalatemela. |
dimanche, mars 05, 2006
Anybody seen ispector Colombo's wife?
Dal blog SloganMaker Agency: Soria & Grey, Slovakai Creative Director: Patrik Kmec Art Director: Michal Gabriž Copywriter: Vladimír Kurek, Peter Blaho |
jeudi, mars 02, 2006
Oh why the hell should I stay awake?
Carrellate di immagini allucinate. Il Mentelocale poco luminoso e molto alcolico. La trasparenza. "Vedi, se spezzi queste coppette il vetro, che prima era così bello e pulito, può tagliare. Ora fai finta che io sia questa coppetta..." La fiammella nell'iride è tragicomica. Il futuro mi guarda perplesso, e io ricambio lo sguardo. Dirti che sei completamente folle e arruffarti i capelli. Va bene così. |
mercredi, mars 01, 2006
Le abitanti delle cucine di campagna
C'è un tipo particolare di donna che in città si incontra difficilmente: quella della serie C.C.P.T., ovvero Cucina di Campagna Presine Teiera. Solitamente il suo identikit è questo: occhi chiari, capelli scuri di lunghezza media perennemente raccolti se non prima di andare a dormire, vestiti di pile, lana o cotone, un sorriso per tutti. Nei suoi occhi c'è il riflesso di una cucina di campagna sempre calda ed accogliente; ha le guance riscaldate dal vapore del tè, i peli di gatto sul cappotto e le pentole di rame appese sopra la stufa. E' bello incontrarla, trasmette un senso di adeguatezza, di calma interiore. Sembra non abbia mai sofferto e che sia stata preservata dallo smog, dalle metropolitane, dalla puzza della gente sull'autobus. Ha il suo orto, la sua terra, i suoi alberi, la sua isola in cucina. Quando si pensa a lei la si vede con una teiera fumante in mano, appoggiata al lavandino del suo piccolo regno in rame, legno e piastrelle. Ma quando la notte poggia la testa sul cuscino, cosa sogna? |
Noch Irving
Sembrava strano...ormai la frittata è fatta. Eh, Mr. Irving? Irving torna a negare l'Olocausto Alla Bbc esprime dubbi su ruolo Hitler (Tgcom) Qualche giorno dopo aver affermato di aver cambiato opinione, lo storico negazionista David Irving, condannato il 20 febbraio a tre anni di prigione in Austria per le sue tesi sull'inesistenza dell'Olocausto, torna alle sue tesi iniziali. In un'intervista alla Bbc, dal carcere, dichiara che gli ebrei vanno ritenuti almeno in parte "responsabili di quello che è accaduto" e che ha ancora dubbi sul ruolo di Hitler. Questo nuovo voltafaccia è documentato dalle sue dichiarazioni rilasciate all'emittente televisiva dalla cella di isolamento dove è tenuto 23 ore al giorno. Nell'intervista, lo storico ritiene che la funzione di Hitler nell'Olocausto resti "un grande punto di domanda" e che non sia esistita una politica di sterminio. Affermazione che spiega in questo modo: "Data la spietata efficienza dei tedeschi, se fosse esistito un programma di sterminio per uccidere tutti gli ebrei, come mai molti sono sopravvissuti?". Irving ricorda poi che all'arrivo dell'Armata rossa nel lager di Auschwitz "c'erano dai 7mila ai 10mila ebrei". E commento: "Non mi sembra un programma molto efficace". (continua) |
mardi, février 28, 2006
Amélie Nothomb
lundi, février 27, 2006
samedi, février 25, 2006
Madri selvagge e lattughe giganti
vendredi, février 24, 2006
Medaglie...
mercredi, février 22, 2006
L'Europe, le révisionisme, ses emmerdes
Abbiamo assistito alla condanna di Mr Irving. Ha cercato di salvarsi abiurando, aspirando alla libertà per stare con la moglie malata (tra l'altro), ma a nulla è servito. L'Austria aveva bisogno di un capro espiatorio per riscattare la tiepidezza con la quale finora aveva affrontato il proprio passato. Per anni sono stati guardati con sospetto, e la presenza di Haider non ha certo aiutato la sua immagine. Ora le inquietudini europee sono state calmate per qualche brillante giorno con la condanna di Irving, discussa e criticata persino da molti intellettuali di sinistra. In un momento di vacillante buonismo sembra che i migliori da additare, ingiuriare e condannare siano gruppetti di sporadici europei finto-nostalgici di un arco di tempo risalente a sessant'anni fa. Mai come ora, con l'avanzata di masse islamiche infuriate e guidate da leaders senza scrupoli, l'Europa sembra volersi distrarre dando la caccia a revisionisti, negazionisti o filonazisti, forse solleticata dalle simpatie neonaziste dell'Islam che si sta mostrando in questi mesi, sempre più inacidito, e che riesce a dare prova ancora una volta di abissale ignoranza anche dove sono presenti laureati ed intellettuali vari (si ricordi l'ultimo clamoroso scambio di bandiera da bruciare tra quella svizzera e quella danese). E' in auge il riciclaggio nazista probabilmente perchè le solite cause sono ormai insostenibili, così si mischiano filosofie obsolete in modo rozzo ed ignorante: neanche i ragazzotti neonazisti tanto temuti che vivono da generazioni nel cuore dell'Europa arrivano a simili meschinità, e se non altro non si nascondono dietro alla richiesta di rispetto per la propria religione. Meglio quindi dieci Eichmann di sessant'anni fa che dichiarano "Credo in Dio ma non mi riconosco in nessuna religione" che un islamico fondamentalista d'oggi che chiede rispetto bruciando bandiere o peggio, gestendo le relazioni internazionali mentendo in una lingua ed incitando all'odio nell'altra. Già il caso Jenninger nell'88 era rappresentativo di un'Europa terrorizzata da sentimenti di rivalutazione del periodo nazista, ma si tratta di un caso di vent'anni fa. Eppure l'Europa preferisce inseguire i fantasmi piuttosto che affrontare i problemi odierni; preferisce chinare la testa o rimproverare movimenti nazionalisti in Germania e Olanda piuttosto che guardare ad altre ben più gravi minacce globali; preferisce continuare a stanziare fondi per il terrorismo e parlare al vento di reciprocità e rispetto; preferisce etichettare, condannare o licenziare chi osa dire qualcosa di "poco buono". L'Europa non ha fatto passai avanti nell'affrontare le proprie paure, ma così distraendosi rischia di non accorgersi dei problemi del momento, che in un futuro neanche troppo lontano potrebbero fare ancora più paura. |
mardi, février 21, 2006
David Irving
lundi, février 20, 2006
Pattinaggio su ghiaccio, reality vip
18/2/2006 Tgcom Pattinaggio su ghiaccio, reality vip Lo sta preparando Endemol Li hanno catapultati sulle piste da ballo fra valzer, tango e rock, spediti nelle fattorie o nelle case dei Grandi Fratelli. Sull'onda del successo dell'Auditel delle ultime performance olimpiche la prossima tappa dei vip di casa nostra e non potrebbere essere la pista di pattinaggio sul ghiaccio. A un reality di questo tipo sta pensando Endemol Italia. (continua) Non si sa bene come, ma hanno la capacità di rovinare qualsiasi cosa, riducendola ad un'occasione di marketing da lanciare al truzzamme generale che si nutre di tv, mode spicciole e tomentoni. Per una volta, per quindici giorni, quando si parlava di sport non si intendeva solo il calcio, ma anche sport diversi (più belli). Per quindici giorni con le Olimpiadi gli italiani si sono ricordati che esistono altri sport, tra i quali anche il pattinaggio su ghiaccio. Ora riusciranno a farlo diventare una moda noiosa, esagerata, priva di spirito? Come potrebbe uno sport/arte come il pattinaggio su ghiaccio diventare un fenomeno appurato non di tendenza, ma normale, in un'Italia che si butta a pesce su quanto le viene proposto solo fino alla prossima moda? Mi auguro vivamente che l'entusiasmo si spenga ancora prima di nascere e serva solo a chi conosce già questo "sport" da una vita per riaccendere la vecchia passione.... |
vendredi, février 17, 2006
Bengasi, almeno 11 morti
In un sonnacchioso venerdì sera casalingo la visione della replica de "L'ispettore Barnaby" viene interrotta da un'edizione straordinaria del tg La7. Un Antonello Piroso calmo e professionale come al solito informa, con addosso una giacchetta di pelle e scravattato, dell'assedio al Consolato italiano a Bengasi, Libia. Non si sa ancora il bilancio dei morti, oscilla tra i 9 e i 30 morti. 55, finora, i feriti gravi. A quanto pare questa volta la terribile offesa consisterebbe nella maglietta mostrata dal ministro Calderoli. Ebbene, si può non concordare sulle posizioni del ministro in questo o in altri casi ma qui sembra di scorgere un tentativo (sarebbe l'ennesimo) di distrarre l'opinione pubblica, di giustificare ogni assedio, attentato, omicidio con il pretesto dell'offesa recata a questi signori che con la scusa dell'Islam stanno cercando di scatenare sempre più un conflitto che a malapena si trattiene in Occidente. Intanto in Pakistan si lancia una taglia sui disegnatori delle famigerate vignette e si continua a protestare in Iraq e in Afghanistan anche contro l'Italia. Prima gli USA ed Israele, poi la Danimarca, la Germania, la Francia, la Spagna, l'Italia, le vignette, le magliette...quante altre scuse vorranno proporci per dirci semplicemente che stiamo andando incontro ad una cosa molto più grave di quanto ci vogliono far credere? Si arriverà alla censura totale per evitare di offendere i signorotti dell'Islam? Qui non si tratta di Calderoli, di Theo Van Gogh o di vignette "sataniche". Qui si tratta di sopravvivenza. |
Cercando il guadagno...
Ged!Net! è sostenuto dalla passione dei membri e dai contributi degli stessi, ma tant'è bisogna pagare il dominio, stampare volantini e adesivi (non avete idea di quanto costi la carta adesiva), creare presentazioni su cd dei progetti, sostenere le varie cause del GP e le iscrizioni come associazioni, senza contare la stessa connessione ad internet usata per lavorare al sito, scrivere sul blog o partecipare ad una videoconferenza. Così stiamo testando diversi modi per farci truff...ehm...aiutare che offre internet per guadagnare qualche spiccio in più che andrà a finire su un unico conto Paypal per il sostegno del Gedanke Project. In futuro utilizzeremo una pagina del sito per raccontare in modo dettagliato le nostre esperienze... Crazyforcash.com (mail, banner) Zaryna (websurf) Eurokiddies (autosurf, banner, email) Eurobarre (autosurf, banner) Adsense di Google (referral link, click) |
mercredi, janvier 11, 2006
Wheeeeee! Buon anno. A proposito di colazioni e sole. E' piuttosto curioso come osservare alcune persone la mattina presto condizioni la psiche umana. La sera prima magari sei una sorta di Harry Klein furioso perchè non capisci cosa sta farfugliando Derrick, pensi mentre cammini sulla neve alle incisioni che potrebbero mettere sulla tua lapide tanto fa freddo (una cosa come "non morì in patria, poichè non ne aveva una effettiva, ma magari poteva decedere altrove e non qui") e vorresti macchiarti dei più cruenti omicidi, ma la mattina dopo ti ritrovi davanti certe scene così deliziose che tutto diventa nuovo e le gambe rischiano di cedere all'entrata della Fruhstuckzimmer (o Buffet-Raum, non ho ancora capito bene). Dimentichi tutte le notti che hai sognato Venezia senza senso. Slalom tra turisti, forse americani. L'odore del caffè crucco non ha paragoni, c'è poco da fare. Una cosa che già avevo notato è come, appunto, alcune persone vengano colpite da grazia speciale, innovativa e considerevole quando fanno colazione, illuminate in faccia dal sole mattutino. Non importa chi siano o perchè siano lì, ma in quel momento tutto galleggia. Persino masticare diventa per certi individui una questione di stile, mascella ben salda e sorrisi trattenuti. Lo sguardo alzato dalla tazza di caffè che colpisce direttamente il cuore, tanto che ci si dovrebbe tenere alla sedia. "Forse mi ucciderà così. Sorridendo" Tutto torna viscido e acquoso come un tempo, ma questa volta le cose sono differenti. C'è una replica generale e condivisa al "roger roger", anche se è condita da racconti su Speer o il dadaismo, da sghignazzate o frasi raggelanti buttate lì ai pesci. Va bene. Si china la testa, ma in modo diverso. Ci si domanda perchè il fiume debba scorrere in direzioni così nuove, ma ci si siede sul posto del passeggero e si guarda fuori dal finestrino un po' à la Johansson, lasciando i famosi capelli sciolti e ormai lunghi sulla schiena, a disposizione di mani che, a quanto pare, non possono stare lontane da essi ma dal volante sì. Tu sei la mia Berlino Quando si arriva al fondo del tubetto cosa succede? Grattiamo intanto il fondo e cancelliamo il passato, ormai ammuffito e vecchio: certi fantasmi vorrebbero che scrivessi loro un'email, ma sarebbe così nostalgica e triste da sembrare falsa. E non si vivono tre anni di ricordi per poi sembrare falsi alla prima occasione. Salto questo giro. Basta, signori. |